L’obesità viene trasmessa (anche) con gli spermatozoi.

L’eccessivo introito calorico, spesso correlato con la scarsa attività fisica, dei genitori andrebbe a indurre una sorta di «mutamento» nel corredo cromosomico dei figli.

Che esistesse una chiave genetica per spiegare la maggior frequenza di casi di obesità in una stessa famiglia, anche a prescindere dalle abitudini alimentari, si sapeva da tempo. Ma ora si apre una strada in più per la ricerca grazie a uno studio condotto all’Università di Copenaghen, che aggiunge un tassello importante sulle conoscenze in questo settore. Le informazioni genetiche trasportate dagli spermatozoi paterni potrebbero essere responsabili del fatto che a papà eccessivamente “robusto” corrisponde più facilmente un figlio cicciotello. Lo studio è stato pubblicato su Cell Metabolism e conferma, sul fronte scientifico, l’ipotesi emersa da una serie di ricerche sugli animali secondo cui l’obesità sarebbe legata soprattutto a una trasmissione ereditaria da parte di padre, piuttosto che di mamma. Ma soprattutto l’osservazione del gruppo di scienziati danesi guidati da Romain Barrès dimostra una volta di più come il Dna possa essere influenzato dalle abitudini di vita sbagliate.

Mutamento nel corredo cromosomico

E così l’eccessivo introito calorico, spesso correlato con la scarsa attività fisica, dei genitori obesi andrebbe ad indurre una sorta di “mutamento” nel corredo cromosomico, che in questa modo passerebbe ai figli al momento del concepimento. In pratica, la ricerca danese conferma l’importanza dell’epigenetica, scienza che punta a comprendere come l’ambiente, e quindi anche e soprattutto la dieta, nonché l’esercizio fisico potrebbero modulare l’espressione dei geni che ognuno di noi presenta nel proprio Dna. In questo caso lo studio prova che gli errori nutrizionali indotti da un’alimentazione impropria da parte di nonni e genitori diventano un elemento in grado di “trasmettersi” alle generazioni successive, come un vero e proprio “bollino” epigenetico. Come? Specifiche proteine andrebbero ad avvolgere il Dna, con una modificazione della stesso molecola che si mantiene nel tempo e si trasmette alle generazioni successiva, ovviamente se non si mutano le abitudini o non intervengono elementi esterni.

di Federico Mereta

La depressione e gli italiani.

Costi sociali e soffrenza psichicaIl tema al centro del Forum delle neuroscienze a Roma. I risultati delle ricerche sul rapporto tra perdita dei contanti e disturbi cerebrali
LEGGI TUTTO..

Guardare troppa tv da giovani può danneggiare la prontezza mentale.

Analizzato lo stile di vita di oltre 3mila persone dai 18 ai 30 anni: chi stava più di tre ore al giorno davanti alla televisione aveva peggiori performance cognitive a 50 anni LEGGI TUTTO..

Così funziona la proteina che causa una rara forma di leucodistrofia.

L’«iccina» è stata identificata da ricercatori dell’Istituto Gaslini di Genova, assieme a colleghi americani e tedeschi. La scoperta pubblicata su «Nature Cell Biology» LEGGI TUTTO..

 

 



Leggi adesso..

Autore: Euroacustica S.r.l. - DOTT. Carmelo Testa